Amarone della Valpolicella Classico Docg 2014 “Corte Matio”, Leonardo Cecchini

PUNTEGGIO: 94/100 WINEMAG.IT. QUALITÀ PREZZO: 5/5


L’Amarone che non ti aspetti: fruttato, sì. Ma anche freschissimo. Dalla beva instancabile. È l’Amarone della Valpolicella Classico Docg 2014 “Corte Matio“, prodotto e imbottigliato da Leonardo Cecchini a San Giorgio di Valpolicella (VR). Una piccola realtà artigianale che smetterà di esistere a breve, per l’assenza di eredi desiderosi di proseguire la tradizione di famiglia.

LA DEGUSTAZIONE
Colore rosso intenso, impenetrabile. Naso di frutta rossa matura: amarena ma anche fichi, datteri. Poi liquirizia dolce, polvere di cioccolato e caffè. Note genericamente calde quelle dell’Amarone “Corte Matio”, che si adagiano su un sottofondo fresco, balsamico, mentolato. Accenni alla macchia mediterranea e al pepe nero.

Il palato non delude le aspettative, in un quadro di perfetta corrispondenza gusto olfattiva. L’ingresso di bocca e l’allungo si confermano all’insegna della massima freschezza. Frutta e spezia dominano un sorso di gran equilibrio.

Accompagnando verso una una chiusura lunga, su ricordi di confettura che fanno da contraltare alla vena profonda, balsamica, talcata, vero fil rouge dell’Amarone “Corte Matio” di Leonardo Cecchini.

LA CANTINA

La cantina si trova al piano terra della bellissima “Corte Matio”, che da sempre ospita la famiglia di Leonardo Cecchini. Il primo ad abitarla, all’inizio del Novecento, è il nonno mezzadro. I Cecchini diventano poi proprietari dell’immobile nel 1958.

“Mio nonno era produttore di uva e gran consumatore di vino – ricorda Leonardo Cecchini -. Mio papà vendeva l’uva a Bertani. Quando ho finito le medie, abbiamo deciso di fare il grande passo, iniziando a vinificare in proprio i nostri 3 ettari”.

Leonardo aveva 15 anni. Ora che ne ha 61 ha deciso di appendere l’Amarone al chiodo. “Sono stanco – ammette con voce ferma – andrò avanti con le giacenze per i prossimi tre, quattro anni. Poi chiudo. Nessuno mi dà una mano, non ho figli o nipoti che vogliano seguire la mia strada. Tornerò a vendere le uve”.

Eppure, la produzione di Cecchini – tutta di alto livello – è cresciuta negli anni. Ai due vini storici, Ripasso e Recioto, è stato affiancato l’Amarone, per un totale complessivo che si assesta tra le 12 e le 13 mila bottiglie annue.

Solo 3.500 quelle di Amarone “Corte Matio”. Fedele agli insegnamenti del padre la tecnica di vinificazione: “Per scelta non faccio legno, ma solo acciaio e vetro. Il vino ci mette un po’ di più a maturare”.

“I primi anni mi davano del deficiente in tanti – chiosa Leonardo Cecchini – ora mi dicono che finalmente hanno trovato un Amarone che sa di vino e non di legno”. Ad aiutare l’espressione del frutto è la posizione vocata delle vigne, non a caso adiacenti a quelle di produttori rinomati come Masi, Quintarelli e Tommasi.

I vigneti, situati a San Giorgio di Valpolicella, frazione di Sant’Ambrogio di Valpolicella (VR), sono collocati tra i 250 e i 280 metri sul livello del mare. Le pendenze sono discrete, riequilibrate dai muretti a secco. Tradizionale anche la forma d’allevamento, che Cecchini ha voluto mantenere: si tratta della “Pergoletta”.

Il mercato di “Corte Matio” è per il 90% costituito da privati, residenti nei comuni della Valpolicella. Ogni tanto si affaccia in cantina qualche turista. Pochissimi i ristoranti a cui Leonardo Cecchini vende il suo vino. Una gemma che ora, dopo 46 anni, smetterà di esistere.

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